donne
per la pace - Ticino
Esther Stella
estherstella@bluewin.ch
Franca Cleis
fcleis@bluewin.ch
Le Donne per la Pace (Frauen für den Frieden) sono state fondate nel 1977 da Aline Boccardo con lo scopo "d'appellarsi alla comunità umana a prendere coscienza del grande pericolo che la minaccia, in seguito all'armamento nucleare e ai mezzi di distruzione di massa, e di incoraggiare, le donne in particolare, a operare nell’impegno per la pace”.
Nel corso degli anni altre donne hanno, a loro volta, fondato gruppi regionali, come Basilea, Zurigo, Ginevra, Winterthur, Lausanne, Rorschach, Thun... Nel tempo, piccoli gruppi si sono sciolti, altri stanno, considerata la
situazione attuale, nascendo o ri-nascendo.
Il gruppo Ticino ha la sua sede a Lugano e responsabile, fin dalla sua fondazione nel 1982, è Esther Stella.
L'associazione delle Donne per la Pace esercita la sua attività con interventi presso le autorità nazionali e le istituzioni internazionali, organizzando campagne d'informazione, raccolta di firme per appelli e dando soprattutto sostegno ad altri movimenti con scopi analoghi.
Dal 1984 e fino a febbraio 2018 il Gruppo Ticino delle Donne per la Pace ha pubblicato un bollettino, dapprima trimestrale, e poi annuale, Il Foglione, ora reperibile qui nella sezione archivio.
Il Foglione, d’orientamento femminista, ha voluto soprattutto dare notizie, voce e visibilità ai gruppi e alle singole donne che nel mondo lavorano per la pace, contro la violenza, e per la costruzione di un mondo migliore.
È quello che si vuole fare, continuare a fare, anche con questo sito.
Agli organi di stampa
Comunicato stampa
E PERCHÉ MAI LE DONNE DOVREBBERO LAVORARE GRATIS?
Basta con il lavoro gratuito: più salario e sicurezza per le donne*
L’azione della rete nateil14giugno
Nel settore privato in Svizzera le donne guadagnano in media il 19,6% di meno rispetto ai loro colleghi di sesso maschile, vale a dire 1'532 franchi in meno ogni mese. Questa differenza, calcolata sulla durata di un intero anno si traduce nel fatto che le donne lavorano gratuitamente in media per 71,5 giorni: a partire dal 21 ottobre, fino alla fine dell’anno, precisamente alle ore 11:03:21 le donne non percepiranno più un centesimo di salario rispetto ai loro colleghi uomini.
A quattro mesi dallo storico sciopero femminista e delle donne* la mobilitazione non si ferma. Le donne che vivono e lavorano in questo paese non intendono abbassare la guardia, né diminuire la pressione, per rinnovare le rivendicazioni che hanno portato più di mezzo milione di persone a mobilitarsi lo scorso 14 giugno. Una tappa importante di questo percorso sarà proprio lunedì 21 ottobre: in questa data la rete nateil14giugno organizzerà in Piazza Dante a Lugano alle ore 11:03.21 un’azione simbolica. Sarà anche l’occasione per indirizzare le nostre rivendicazioni al Parlamento federale, che verrà rinnovato il giorno prima, e ai/alle parlamentari ticinesi neoeletti/e.
La rete nateil14giugno è nata in Ticino, durante la preparazione del grande sciopero delle donne dello scorso 14 giugno, e vede la partecipazione di molte delle organizzazioni e movimenti che hanno collaborato all’interno del coordinamento cantonale per lo sciopero. Una pluralità di soggetti attivi in ambito culturale, sindacale, sociale e politico. (Per maggiori informazioni consultare il sito www.nateil14giugno.ch)
Lo sciopero del 14 giugno ha rappresentato soltanto lo straordinario avvio di un movimento più profondo e trasversale che percorre l’intera Svizzera e si collega con le battaglie delle donne del mondo intero.
Le donne e le organizzazioni aderenti sono decise a continuare la lotta a tutti i livelli e in tutti gli ambiti: nei luoghi di lavoro, nelle scuole, nelle istituzioni, nello spazio pubblico e privato. La prima occasione sarà dunque data dalla giornata di azione del 21 ottobre, che collegherà la lotta per la parità salariale a quella contro l’innalzamento dell’età di pensionamento delle donne, il tutto inserito nell’agenda femminista nazionale, adottata anche a livello ticinese da nateil14giugno.
L’agenda annuncia un’unità d’azione in tutta la Svizzera nelle date simbolo della lotta femminista, tra cui il 25 novembre, giornata per l’eliminazione della violenza sulle donne, e i prossimi 8 marzo e 14 giugno, in cui le donne* che vivono e lavorano in questo Paese si uniranno ancora nella mobilitazione e nella lotta per il raggiungimento della parità sostanziale tra uomo e donna, verso la fine di ogni discriminazione e violenza.
Per informazioni:
Davina Fitas 079 834 55 05
Chiara Landi 078 818 31 92
Pepita Vera Conforti 076 679 92 14
da forumalternativo.ch (articolo del 1 febbraio 2019)
di Red
Continuano a progredire le diseguaglianze salariali. Le donne percepiscono il 19.6% in meno rispetto agli uomini. Nel 42.9% dei casi la differenza non è giustificata. È una situazione vergognosa e inaccettabile che non può più essere tollerata.
La politica purtroppo non fa nulla per sanare questa situazione, come purtroppo evidenziato dal dibattito andato in scena negli scorsi mesi al Parlamento federale, dove le forze borghesi sostenute dal padronato, hanno bloccato sul nascere qualsiasi discussione relativa alla concretizzazione di misure efficaci per contrastare questo dumping tollerato dallo Stato. Dobbiamo tutte e tutti batterci e mobilitarci in vista dello sciopero nazionale del prossimo 14 giugno perché in questo sistema sempre più iniquo i diritti si devono conquistare.
Suscitano grande rabbia i dati resi pubblici ieri dall’Ufficio federale di statistica sulle differenze salariali tra donne e uomini relative al 2016. Le donne hanno guadagnato il 19.6% in meno rispetto ai loro colleghi uomini. Il dato è purtroppo in crescita rispetto al rilevamento del 2014. Nel ramo del commercio al dettaglio, dove la fanno da padrone colossi come Coop e Migros che vantano fatturati annui di circa 30 miliardi di franchi la differenza si attesta al 23%. Un vero e proprio scandalo! La situazione è addirittura peggiore nel settore dell’industria delle macchine dove viene registrata una differenza del 33.3%.
Quello che va in scena in questo Paese è un vero e proprio furto perpetrato ai danni delle donne e che ha pesanti conseguenze sull’insieme della nostra società. E solo pochi mesi il Parlamento federale si è rifiutato di adottare le misure per contrastare quello che oramai appare come un vero e proprio furto legalizzato. Nella revisione sulla Legge per la parità un Parlamento al servizio degli interessi del capitale ha avvallato analisi salariali solo in aziende con oltre 100 dipendenti, senza introdurre alcuna sanzione per le ditte che non rispettano la parità e senza che vi sia alcun obbligo di sanare gli abusi. E senza dimenticare che le opache e inadeguate misure resteranno in vigore solo per 12 anni.
D’altronde padronato e partiti borghesi difendono con tenacia i loro interessi di classe. Consapevoli del fatto che nel mercato del lavoro le aziende perpetrano gravissimi abusi salariali, come bene evidenziato dai dati pubblicati ieri dall’Ufficio federale di statistica, hanno prodotto una revisione di legge assolutamente inadeguata a contrastare questa situazione.
Oramai viviamo in un Paese che si trova nella morsa del dumping e la pressione sui salari raggiunge livelli di emergenza. Crescono le differenze salariali tra uomini e donne, aumentano quelle tra il Ticino ed il resto del Paese, la spirale perversa del dumping non colpisce oramai più solo i salari più bassi. Tutto ciò porta ad un impoverimento di settori sempre più ampi della popolazione che per arrivare alla fine del mese è costretta a ricorrere agli aiuti sociali.
In un contesto come questo, contraddistinto da una vera e propria lotta di classe promossa nei confronti dei salariati l’unica via percorribile è quella della mobilitazione collettiva. E allora impegniamoci tutte e tutti con entusiasmo e convinzione a promuovere la giornata di sciopero nazionale delle donne prevista il prossimo 14 giugno in tutta la Svizzera.
Noi ci siamo e invitiamo tutte le organizzazioni che hanno a cuore la difesa della dignità delle donne e dell’insieme dei salariati a partecipare alle iniziative del Comitato cantonale costituitosi in vista dello sciopero del 14 giugno.
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